Benvenuti nel blog del MOVIMENTO ANTIPROIBIZIONISTA ITALIANO

Questa organizzazione è dedicata a coloro che sostengono la causa per la legalizzazione della Canapa (Cannabis) e dei suoi derivati in Italia e nel mondo. E' ormai noto che il proibizionismo ha fallito,lo dicono anche alcuni grandi economi! Uno degli scopi primari di questa organizzazione,è quello di informare e far conoscere la verità su molte questioni che riguardano la Cannabis,con una particolare attenzione al tema dell'antiproibizionismo in generale. MOVIMENTO ANTIPROIBIZIONISTA ITALIANO è quindi anche un portale di informazione libera e di cultura della pianta di Cannabis a 360 gradi. Il M.A.I. vuole reintrodurre la conoscenza di questa pianta nella vita quotidiana e nell'economia,sensibilizzando e aumentando la consapevolezza della gente attraverso un'informazione mirata,utile anche a prevenire l'uso di droghe pesanti nei giovani e attuando così le strategie di riduzione del danno. Naturalmente,è anche opportuno individuare e promuovere le applicazioni e le infinite risorse di questa fantastica pianta,in ambito terapeutico e non solo. Ad oggi,sono riconosciute alcune ricerche scientifiche che dichiarano il potenziale terapeutico della Cannabis in varie patologie. Attualmente è diffusa ed utilizzata in tutto il mondo e i suoi usi sono molteplici. La pianta di Cannabis è conosciuta ed utilizzata a scopo terapeutico,sacramentale,alimentare,agricolo,industriale e ricreativo. Uniamoci insieme per promuovere e sostenere questa magica pianta e le sue molteplici risorse per noi e il nostro pianeta! PEACE & LOVE! (Nozione Legale): Non si vuole in alcun modo istigare all'uso di Cannabis e altre droghe,ma solamente rendere più consapevoli le persone con un'informazione libera e pertanto non si incita nessuno a violare le normative vigenti. L'informazione libera è un diritto garantito dalla Costituzione italiana (art. 21) e quindi non può essere sottoposta ad alcuna forma di censura. Non si vuole incitare all'odio nè tantomeno è accettabile qualsiasi forma di violenza verbale o scritta. Tutti gli iscritti devono esprimersi in modo educato e civile,altrimenti i commenti ritenuti offensivi verranno rimossi dalla bacheca appena possibile. Questa organizzazione porta avanti un dibattito di stampo pacifista e idealista,quindi non è consentito pubblicare frasi o commenti offensivi che incitano all'odio verso il mondo politico e istituzionale. E' necessario però portare avanti un dibattito per la legalizzazione della Cannabis in Italia e nel mondo e riconoscere le sue notevoli proprietà,anche a livello terapeutico e non solo,ormai ampiamente riconosciute a livello mondiale. Basti pensare alla recente legalizzazione della Cannabis terapeutica in America,alla legalizzazione di piccole quantità di droga ad uso personale in Repubblica Ceca e alla legalizzazione della Cannabis in Svizzera e Danimarca. E' quindi opportuno rivedere la legislatura in materia,auspicando un confronto in totale democrazia. Per informazioni o per collaborare attivamente con il M.A.I. scrivete a: movimentoantiproitaliano@gmail.com
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lunedì 22 dicembre 2014

LA CANNABIS PROTEGGE IL CERVELLO


Secondo quando scoperto dai ricercatori israeliani dell’Università di Tel Aviv,sembra che una bassa concentrazione di  THC,il principale principio attivo,nonché componente psicoattivo della marijuana,sia in grado di proteggere il cervello dai danni causati da lesioni,convulsioni e ipossia (mancanza di ossigeno,ndr).
Lo studio,pubblicato sulla rivista scientifica Behavioural Brain Research and Experimental Brain Research,infatti,mette in evidenza come dosi minime di questa sostanza,possano avere un ottimo effetto sulle cellule cerebrali,preservando così nel tempo le varie funzioni cognitive. Si tratta di dosi inferiori di 1.000 a 10.000 volte di quelle normalmente contenute in uno spinello,che possono essere sfruttate in tempi diversi.
In base a quanto sperimentato,si parla di un periodo che va da uno a sette giorni prima della lesione e da uno a tre dopo la sua comparsa,come spiegato dal dottor Yosef Sarne,a capo dell’equipe.
Durante i primi test è emerso che il THC previene la morte delle cellule,promuovendone la crescita e in seguito a questa scoperta,sono state condotte alcune campionature sugli animali. Così facendo è stato possibile non solo verificare la capacità neuroprotettiva del principio attivo,ma anche constatare che dopo aver somministrato la dose alle cavie affette da lesioni cerebrali,queste mostravano una risposta migliore. Infatti,dopo circa 3-7 settimane dopo il trauma,queste hanno mostrato uno stimolo a livello cognitivo,comportamentale,di apprendimento e di memoria superiore a quello mostrato dal gruppo non trattato con THC.
Sarne ha inoltre spiegato che questo nuovo approccio terapeutico apre nuove strade alternative per sfruttare al meglio quel componente psicoattivo a lungo sottovalutato.

venerdì 1 febbraio 2013

L'USO DELLA CANNABIS ASSOCIATO AD UN RIDOTTO RISCHIO DI MORTALITà NEI PAZIENTI AFFETTI DA DISTURBI PSICOTICI

Secondo uno studio di imminente pubblicazione sul Journal of Psychiatric Research,l’uso della cannabis è associato ad un ridotto rischio di mortalità nei pazienti affetti da schizofrenia e disordini psicotici correlati.
Un gruppo internazionale di ricercatori della Facoltà di Medicina dell’Università del Maryland e della Inje University nella Corea del Sud,ha valutato l’impatto sulla mortalità di una sostanza assunta da parte di 762 soggetti affetti da schizofrenia o disturbi correlati nell’arco della loro vita.
I ricercatori hanno dichiarato: “Abbiamo osservato un ridotto rischio di mortalità,con approccio di risk-adjustment,negli utilizzatori di cannabis,rispetto ai non utilizzatori di cannabis affetti da medesimi sintomi e sottoposti agli stessi trattamenti anti psicotici”.
Gli autori ipotizzano che l’associazione tra l’uso della marijuana e la riduzione del rischio di mortalità possa essere dovuta ad “una maggiore funzionalità” degli utilizzatori della cannabis e ad “alcuni effetti benefici della cannabis stessa”.
Essi sono giunti alla seguente conclusione: “Per quanto sappiamo,questo è uno dei primi studi che mette in relazione il rischio di mortalità con l’assunzione di cannabis e alcool in persone affette da PD (disturbi psicotici).
L’interessante riscontro di un ridotto rischio di mortalità negli utilizzatori di cannabis è una scoperta del tutto nuova,che dovrebbe essere confermata da studi epidemiologici su più vasta scala”.
Anche il membro del Consiglio Direttivo di NORML,Dr. Lester Grinspoon,psichiatra ed ex professore della Facoltà di Medicina di Harvard,definisce promettenti i risultati di questo studio,pur auspicando approfondimenti e repliche mediante altre ricerche. 
“Negli anni,leggendo la letteratura relativa alla cannabis,ho imparato ad essere un po’ scettico circa le singole scoperte e a mantenere un atteggiamento di cauta attesa per vedere se nuovi dati possono confermare i risultati” dice Grinspoon.
Ad oggi i nessi tra l’uso della cannabis ed i disturbi psicotici come la schizofrenia non sono chiari.
Mentre alcuni studi hanno associato l’uso della cannabis a un miglioramento delle funzioni cognitive – incluso un miglioramento delle prestazioni in termini di rapidità dei processi mentali e di abilità verbali – altri studi sostengono che l’uso della cannabis,soprattutto se massiccio e in giovane età,potrebbe essere responsabile o favorire l’insorgenza di disturbi in coloro che già sono predisposti.
Altri esperti hanno criticato questo supposto legame,ritenendolo “forzato” e non “particolarmente rilevante”,sostenendo che un aumento dell’uso di cannabis da parte del pubblico generale non è mai stato associato ad un aumento direttamente proporzionale dell’incidenza di schizofrenia o altri disturbi psicotici. 

Paul Armentano - Direttore NORML Deputy,29 maggio 2012 

(Fonte: sensiseeds.com)

giovedì 6 settembre 2012

IL BIMBO CON IL TUMORE AL CERVELLO CURATO CON LA CANNABIS



Cash Hyde e suo padre
SALT LAKE CITY – I medici lo davano per morto. Un bimbo di due anni del Montana con un tumore terminale al cervello si sarebbe ripreso grazie all’uso della cannabis. Il padre grida al ‘miracolo’ ma per i dottori si è trattato di avventurismo terapeutico e sostengono che il fatto che ora Cash Hyde abbia tre anni e si stia riprendendo velocemente all’ospedale pediatrico di Salt Lake City non possa essere attribuito in maniera certa alla marijuana. I medici che lo seguivano avevano perso ogni speranza,anche perchè dopo cicli di chemioterapia adatti per un adulto il bambino non faceva che peggiorare e non mangiava da 40 giorni. A prendere l’iniziativa insolita allora ci ha pensato il padre – come racconta l’ABC – Mike Hyde è intervenuto somministrando olio di cannabis nel cavo orale del figlio. In Montana,la marijuana per usi medici infatti è legale. Hyde la usò per sé stesso per curare il suo disordine da deficit di attenzione. Quando a Cash è stato diagnosticato il tumore nel maggio 2010,ha ricevuto una marijuana card e ha comprato la droga dal suo fornitore abituale. L’azione forte del padre – presa sotto consiglio medico – ha però sollevato polemiche sul ruolo dei genitori nelle cure mediche. 
(Fonte: www.leggo.it)

martedì 10 aprile 2012

CANNABIS - LA PANACEA DI TUTTI I MALI

La cannabis è un ottimo antiemetico,è in grado cioè di prevenire e diminuire il disagio provocato da nausea e vomito. L'ultimo studio a riguardo è stato svolto nel 2010 dagli scienziati dell'Università di Monaco di Baviera,sulla cinetosi: mal d'auto,d'aereo e mare. La marijuana,anche in questo caso,è risultata più efficace dei farmaci convenzionali.
Questa caratteristica la rende un'ottima medicina per i pazienti in cura con la chemioterapia,un trattamento che solo in Italia riguarda ogni anno 300 mila persone. I farmaci comunemente usati in chemioterapia generano vari effetti collaterali tra cui nausea,vomito e inappetenza,originando un irregolare apporto di cibo che debilita ulteriormente il paziente. L'effetto antiemetico della marijuana è dovuto alla stimolazione del recettore della cannabis CB1 presente nelle aree del cervello deputate al controllo del vomito. Inoltre,come sostengono gli inascoltati consumatori e gli scienziati,la cannabis è anche un eccellente stimolante dell'appetito,efficace e privo di effetti collaterali sul sistema nervoso,in grado di riequilibrare il rapporto del paziente con il cibo.
Da più di vent'anni,in Gran Bretagna,Belgio,Canada,Germania,Israele,Olanda,Svizzera e Sud Africa,per la cura della nausea e del vomito in chemioterapia e per l'anoressia nell'AIDS,sono commercializzati il Marinol e il Nabilone,cannabinoidi sintetici analoghi al THC,assunti in forma di in pillola. I due farmaci possono essere importati anche in Italia in base alla procedura prevista dal D.M. 11-2-1997 (importazione di specialità medicinali registrate all'estero),così come i fiori di marijuana dalle farmacie olandesi.
Il Nabilone e il Marinol vengono assunti in compresse per via orale e sono assimilati molto lentamente,in quanto i principi attivi vengono filtrati dal fegato. Nonostante i farmaci contengano elevati contenuti di THC,spesso non rispondono alle esigenze d'effetto immediato determinate dal caso.
Molti pazienti testimoniano infatti una maggior efficacia della cannabis naturale inalata,il cui effetto è quasi immediato e risponde meglio alle esigenze urgenti. Se il paziente ha vomito e nausea ovviamente non può aspettare decine di minuti perchè la medicina faccia effetto. Le infiorescenze di cannabis contengono inoltre numerosi altri principi attivi,tra cui il cannabidiolo (CBD),un cannabinoide non psicotropo,in grado di modulare gli effetti del THC,limitando gli effetti collaterali e prolungandone l'azione.
L'efficacia della cannabis contro i dolori della chemioterapia è testimoniata,studiata e in alcuni casi,pure illegalmente accettata. Scene come quelle del film "Tutta la vita davanti",di Paolo Virzì,in cui la madre della protagonista,sottoposta alla chemioterapia,si cura con le canne,sia a casa che in ospedale si verificano quotidianamente anche sul nostro territorio. E' necessario quindi regolamentare l'argomento,ma la politica,per ignoranza e per difendere gli interessi delle mafie,risulta distante dai veri problemi della popolazione e dalla scienza,una disciplina vista come mero atto teorico e mai come una reale fonte d'indagine.
Alle evidenze incontrovertibili del trattamento dei pazienti in chemioterapia si aggiungono recenti studi che vanno oltre,testimoniando l'inibizione di diversi tumori da parte della cannabis. Studiosi di tutto il mondo,dall'America all'Inghilterra,dalla Thailandia alla Nuova Zelanda,concordano sull'efficacia dei cannabinoidi nella distruzione di alcune cellule cancerogene maligne,senza danneggiare quelle sane e nella riduzione della crescita di nuove forme tumorali.
La cannabis,contrariamente al tabacco,anche se inalata per anni,non aumenta il rischio di tumore al polmone,alla bocca, alla testa,al collo e all'esofago (Donald Taskin,Università della California,2006). Lo studio prendeva in analisi campioni di fumatori di cannabis accaniti (che avevano fumato più di 22mila spinelli),moderati (tra gli 11mila e 22mila spinelli) e non consumatori,scagionando la marijuana dall'influenza sulle probabilità di sviluppare neoplasie agli organi.
Mentre il tabacco e alcol sono i principali imputati nella generazione del cancro alla bocca,una patologia che solo in Italia registra ogni anno 4.500 casi e 3.000 decessi,la marijuana è un'ottima cura per questa patologia e le cellule tumorali del cancro orale umano sono molto resistenti ai farmaci convenzionali. La conferma arriva da recenti studi pubblicati sulla rivista Pharmacology e svolti dai ricercatori della State University di New York e della Upstate Medical University di Syracuse,secondo i quali i cannabinoidi della marijuana inibiscono la respirazione cellulare e la crescita tumorale in cellule umane di cancro orale.
Diversi studiosi di fama mondiale concordano nell'affermare che le proprietà dei cannabinoidi sul tumore possono essere così riassunte: antiproliferanti (previene la riproduzione delle cellule cancerogene),antiangiogenesi (i cannabinoidi impediscono al tumore di sviluppare nuovi vasi capillari che aiutino il tumore a crescere),antimetastatici (previene la diffusione del cancro a altri organi),apoptotici (inducono le cellule cancerogene a cercare la propria morte senza disturbare le cellule sane).
“Rallentare,ridurre,uccidere sono le azioni che i 421 principi attivi trovati nella cannabis compiono in molti casi sulle forme tumorali„
Da un'attenta analisi al microscopio si può notare come la marijuana si metta letteralmente alla ricerca delle cellule cancerogene,uccidendole selettivamente. La capacità dei cannabinoidi di distruggere le cellule malate proteggendo quelle sane è molto importante per il tumore al cervello. I cannabinoidi riescono a penetrare la barriera sangue-cervello - posta per impedire che delle impurità possano arrivare all'encefalo - ed entrano direttamente nelle cellule cancerogene. In questo caso,il consiglio non è comunque quello di inalare marijuana perché sarebbe impossibile raggiungere il livello di cannabidiolo necessario.
Secondo i ricercatori della St.George University in Inghilterra,il THC ha il potere di indebolire le cellule tumorali,in particolare quelle del cancro al polmone,al cervello e della leucemia. Il cannabidiolo (CBD),invece,secondo uno studio pubblicato sulla rivista Molecular Cancer Therapeutics e svolto in California dalla Pacific Medical Center Research Institute,potrebbe essere in grado di bloccare la metastasi nel cancro al seno.
Per quanto riguarda i rapporti tra cannabis e tumore,sono da ricordare gli studi dello scorso anno effettuati dalla Brown University di Providence,Rhode Island,secondo i quali un uso moderato della cannabis è associato a una riduzione di rischi di tumori alle cellule squamose della testa e del collo.
Un paio di anni fa,invece,la rivista Cancer Research ha rivelato che la cannabis inibisce moltissimi tumori tra cui quello alla testa,alla prostata,al seno,al polmone,alla pelle e al pancreas.
“L'aumento dei casi di tumore potrebbe essere anche stato determinato dalla scomparsa della canapa e dei suoi derivati dall'alimentazione,dalla cosmesi e dalla medicina ufficiale„
Il sistema endocannabinoide presente all'interno di ogni essere umano,se stimolato con cannabinoidi,ha un effetto antitumorale che induce le cellule maligne a suicidarsi.
La cannabis e i suoi principi attivi non sono quindi un semplice anti-nausea nella chemioterapia,ma pure una buona medicina preventiva. Rallentare,ridurre,uccidere sono le azioni che i 421 principi attivi trovati nella cannabis compiono in molti casi sulle forme tumorali. Queste capacità antitumorali,ottenibili a dosi relativamente basse,la rendono praticamente una cura efficace contro il cancro. Una cura che agisce in maniera olistica sul sistema biochimico umano,ristabilendone l'equilibrio. Ecco perché la ganja è un ottimo rimedio a numerose malattie che più o meno tutti potremmo probabilmente incontrare invecchiando: problemi di cuore,malattie autoimmuni,disfunzioni cognitive e cancro.
Allargando gli orizzonti,la scomparsa della canapa nei processi industriali ha portato a un maggiore utilizzo del petrolio e di conseguenza a un maggiore inquinamento,un fattore di rischio non indifferente per il cancro. L'aumento vertiginoso dei casi di tumore in quest'ultimo mezzo secolo potrebbe essere anche stato determinato dalla scomparsa della canapa e dei suoi derivati dall'alimentazione,dalla cosmesi e nella medicina ufficiale.
La reintroduzione della canapa quindi,sostituendo anche solo parzialmente il petrolio,ritenuto da molti sul punto di scarseggiare,renderebbe questo mondo più pulito e meno cancerogeno. Con la reintroduzione nel ciclo alimentare e medicamentoso,il ritorno della canapa,con le sue infinite virtù,sarebbe un fattore di miglioramento non indifferente per la salute dei cittadini e di questo pianeta.                                                                                                                                  (Fonte: www.cannabis.info/IT)

mercoledì 28 marzo 2012

MORTA A 125 ANNI - LA DONNA DICHIARò CHE FUMARE CANNABIS TUTTI I GIORNI ERA IL SEGRETO PER LA SUA LUNGA VITA

Fulla Nayak
India – Questa è l’incredibile storia di Fulla Nayak morta di recente all’età di 125 anni fumando canapa indiana fino all’ultimo giorno della sua esistenza. Non ha mai sofferto di malattie degne di nota ed aveva un fisico perfetto per la sua età.
Era nata a Kanapur,nello stato dell’Orissa,e sosteneva che la sua longevità era dovuta proprio al fatto di fare uso quotidiano della ganja.
Viveva con la figlia più giovane di 92 anni,era popolare tra gli abitanti del suo villaggio,per l’amore che professava per la ganja,della quale faceva uso quotidiano,oltre al succo di palma e di tè caldo. 
Anche se il suo record di longevità non è stato mai accertato con certezza dagli esperti del Guinness dei primati,come si può vedere dalla foto la donna era certamente molto anziana,un duro colpo per le teorie dei proibizionisti.                                   (Fonte: www.hanf-info.ch)                                                                                           

mercoledì 24 agosto 2011

CANNABIS VS CANCRO

Sorprendente risultato di una ricerca dell'Università della California
"Nessun legame tra cannabis e tumori di polmone,bocca,testa-collo"
Studio Usa "scagiona" lo spinello
"Non aumenta il rischio di cancro"
Dimostrati invece i pericoli e le conseguenze nocive del tabacco
ROMA - Lo spinello non è più colpevole delle classiche sigarette,anzi. La cannabis,anche quando viene consumata per anni,non aumenta il rischio di tumore del polmone e nemmeno di altri tipi di cancro,come quello della bocca,gola,testa-collo ed esofago.
Non è un invito all'uso di sostanze stupefacenti,ma il risultato di uno studio condotto dal team del professor Donald Taskin dell'Università della California di Los Angeles. I dati,presentati alla Conferenza internazionale della Società americana di penumologia in corso in questi giorni a San Diego,hanno sorpreso gli stessi ricercatori.
Gli scienziati,in effetti,erano partiti con l'idea di dimostrare ben altro. "Ci aspettavamo che l'uso di cannabis protratto nel tempo - afferma Taskin - aumentasse il rischio di tumore anche dopo decenni dal consumo della sostanza". Proprio come era emerso dagli studi condotti negli ultimi anni: risale al 2000 la ricerca del centro Sloan-Kettering di New York,in cui si affermava che nei consumatori abituali di marijuana il rischio di sviluppare forme cancerogene alla testa e al collo,inclusi i tumori alla bocca e alla gola,aumentasse di 2,6 volte rispetto a chi non aveva mai toccato uno spinello. Conclusioni negate,per la verità,dagli scienziati della John Hopkins Medical School,secondo i quali nessuna prova evidenziava il contributo negativo della marijuana in questo tipo di forme tumorali.
Nella loro ricerca,i medici del team del professor Taskin hanno messo a confronto la storia clinica,le abitudini alimentari e lo stile di vita di 611 pazienti con cancro al polmone,601 con tumore testa-collo e 1040 soggetti sani,tutti sotto i 60 anni. In particolare,hanno raccolto informazioni sui consumi di marijuana e di tabacco,di alcolici o di altre droghe,sui casi di cancro in famiglia e sullo stato socio-economico di ciascun volontario.
Quindi,hanno diviso i partecipanti in tre categorie: i consumatori accaniti di cannabis,che avevano fumato oltre 22 mila spinelli; quelli moderati,con consumi tra gli 11 mila e i 22 mila e i non fumatori. La conclusione è stata sorprendente: per i tre gruppi il rischio di tumore è lo stesso. L'aver fumato marijuana non influisce sulla probabilità di sviluppare neoplasie,ai polmoni come ad altri organi coinvolti.
Dalla ricerca è infatti emerso che l'80% dei pazienti con cancro del polmone e il 70% di quelli con tumori della testa-collo avevano il "vizio" delle sigarette,ma solo la metà faceva uso di marijuana. Ancora una volta,quindi,il legame evidente è quello tra il cancro al polmone e il fumo di tabacco: il pericolo di ammalarsi è di 20 volte maggiore per chi fuma due o più pacchetti al giorno.
La cannabis viene invece "scagionata",anche se i ricercatori forniscono solo una spiegazione "possibile": secondo i medici,il principio attivo della cannabis,il THC, incoraggerebbe le cellule "anziane" a suicidarsi prima di eventuali trasformazioni tumorali.

(23 maggio 2006) da Repubblica

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La cannabis fumata non causa il cancro secondo uno studio caso-controllo

Secondo uno studio caso-controllo condotto dal Dr. Donald Tashkin e dai suoi colleghi dell’Università di California a Los Angeles,il fumo di cannabis,anche se pesante e di lunga durata,non risulta associato a neoplasie polmonari o di altro tipo del tratto aerodigestivo superiore. I risultati sono stati presentati il 26 giugno alla Conferenza annuale dell’International Cannabinoid Research Society (ICRS).
Lo studio comprendeva 1.209 residenti di Los Angeles di età tra i 18 e i 59 anni affetti da tumori (611 del polmone,403 dell’orofaringe,90 della laringe e 108 dell’esofago). Gli intervistatori hanno raccolto le anamnesi riguardanti l’uso di cannabis,tabacco,alcol e altre droghe,nonché dati su altri fattori che potrebbero influenzare il rischio di neoplasie,tra cui la dieta,l’esposizione professionale e la familiarità per tumori. L’esposizione alla cannabis è stata misurata in anni-canna (un anno-canna = 365 canne). I pazienti affetti da cancro sono stati confrontati a 1.040 controlli non tumorali. Tra i controlli,il 46% non aveva mai fatto uso di cannabis,il 31% l’aveva usata per meno di un anno-canna,il 12% per 10-30 anni-canna,il 2% per 30-60 anni-canna e il 3% per oltre 60 anni-canna.
Il rischio di neoplasia polmonare,rapportato a quello dei soggetti che avevano consumato meno di un anno-canna,è risultato di 0.78 per 1-10 anni-canna,0.74 per 10-30 anni-canna, 0.85 per 30-60 anni-canna e 0.81 per oltre 60 anni-canna. Un rischio inferiore a 1.0 significa che il rischio per consumatori di cannabis era leggermente inferiore che per i non consumatori. Risultati analoghi sono stati ottenuti per le altre localizzazioni neoplastiche. Non è stata inoltre rilevato alcun rapporto dose-risposta di rischio cancerogeno,nel senso che i rischi non aumentavano con l’aumento della dose. I dati sull’uso del tabacco,invece,come ci si aspettava,hanno rivelato un potentissimo effetto ed un chiaro rapporto dose-risposta.

(Fonte: Morgenstern H. et al. Marijuana use and cancers of the lung and upper aerodigestive tract: results of a case-control study. Presentation at the ICRS Conference on Cannabinoids,24-27 June,Clearwater,USA)

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Usa. Il THC potrebbe dimezzare la crescita dei tumori ai polmoni

Ricercatori di Harvard hanno rivelato che fumare la marijuana potrebbe dimezzare la crescita del tumore al polmone. Sarebbe il THC a dimezzarne la crescita ed a impedirne la diffusione all'interno dell'organo.
A quanto pare il THC controlla una molecola denominata "fattore di crescita epidermico",responsabile della crescita e diffusione delle cellule tumorali. I tests sono stati condotti su cavie e ulteriori ricerche sono necessarie.
I risultati della ricerca sono stati presentati alla riunione annuale dell'American Association for Cancer Research che si è tenuta a Los Angeles.

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Germania. La marijuana rallenta la diffusione di alcuni tipi di cancro

Da tests di laboratorio,eseguiti all'università di Rostock,risulta che i cannabinoidi rallentano la diffusione delle cellule cancerogene nei polmoni e nella cervice.
Nella ricerca,pubblicata nella rivista Journal of the National Cancer Institute e condotta da Robert Ramer e Burkhard Hinz si legge che "Il componente attivo della marijuana possiede anche effetti anticancerogeni,anche se ulteriori tests sono necessari per verificarne l'efficacia sugli esseri umani".
I cannabinoidi,oltre che evitare la diffusione delle cellule malate,stimolerebbero il TIMP-1, un inibitore degli enzimi partecipi della diffusione delle cellule tumorali.

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Studio: la cannabis rallenta lo sviluppo dei tumori

Farsi una canna come terapia contro il cancro: a Londra i ricercatori medici della St. George University sono arrivati alla conclusione che la cannabis è in grado di rallentare sviluppo e riproduzione delle cellule tumorali. A loro avviso il THC,principale ingrediente della cannabis,può avere un effetto benefico su tutte le tipologie di tumore,ma specialmente per quello al polmone e al cervello,oltre alla leucemia: indebolirebbe le cellule tumorali,rendendo così più efficace la chemioterapia.
Studi precedenti avevano dimostrato come le proprietà delle cannabis potevano essere base per medicinali utili ai malati di cancro: come antidolorifico ma anche stimolanti dell'appetito e per la riduzione della nausea. 
"Questo studio dimostra come la sostanza sia una valida arma nella battaglia contro il cancro: per autorizzarne la somministrazione siamo abbastanza vicini,ma abbiamo bisogno di ulteriori riscontri. Credo che in due o tre anni si potrà utilizzare regolarmente",ha detto ai giornalisti il dottor Wai Man Liu,che ha partecipato alla ricerca. 
La dottoressa Joanna Owens,del Centro ricerca sul Cancro del Regno Unito,ha affermato che studi simili vanno incoraggiati: "Rendere le cellule tumorali più vulnerabili a vantaggio della chemioterapia o la radioterapia è un'ottima idea,ma siamo soltanto agli inizi".                                                                                                                                                                         

giovedì 23 dicembre 2010

IL PROIBIZIONISMO E LA SUA IPOCRISIA NELL'ATTUALE SOCIETà ITALIANA

Cari amici canaposi,tempo fa mi sono imbattuto nell'ennesimo articolo di matrice proibizionista pubblicato nella cronaca di un noto quotidiano nazionale (La Repubblica). Nell'articolo in questione,si mettono in guardia i giovani da un mostro chiamato Cannabis che sembra mangi le menti e divori le anime della gente. Io mi domando ma quanta ipocrisia c'è nel proibizionismo? Decisamente troppa! Sì,perchè la maggior parte delle notizie proibizioniste che trapelano dai maggiori quotidiani nazionali e locali,sono basate sull'ideologia e sull'ignoranza ma non sull'effettiva conoscenza ottenuta mediante un percorso di ricerca e studio che trova il suo punto di forza nella libera informazione. Infatti,solo liberando la nostra mente dai preconcetti e dai pregiudizi del sistema possiamo finalmente giungere alla verità su molte questioni importanti per la nostra vita e per il nostro benessere psicofisico. Perchè manca la consapevolezza alla maggior parte della gente? Proprio perchè molti ancora non si sono svegliati dal torpore che attanaglia le masse e così vivono senza giungere subito alla sacrosanta verità. Nella società italiana il proibizionismo è ancora presente,proprio perchè manca la consapevolezza e perchè manca un risveglio culturale e sociale a livello globale. Ci illudono che noi abbiamo voce in capitolo,che siamo liberi ma in realtà siamo illusi da questa finta democrazia che non c'è ma che in qualche modo ci condiziona,anche se noi diciamo che non facciamo parte del sistema e io spesso per primo lo ripeto tra me e me. Coloro che si sono risvegliati hanno finalmente incominciato a pensare e sono giunti alla verità tramite la conoscenza. Io non faccio parte del sistema perchè penso e utilizzo Facebook per mandare messaggi positivi,per fare informazione libera ed indipendente e per cercare di risvegliare le masse ancora inconsapevoli su molte questioni,ad iniziare dal tema dell'antiproibizionismo che mi sta tanto a cuore. Io non voglio più vedere gente continuare a soffrire o morire per qualche patologia che magari si potrebbe curare con la Cannabis,nè vedere gente innocente finire in carcere per qualche pianta coltivata ad uso personale,nè sentire storie che hanno per protagonista un giovane morto per overdose a causa di chissà quale schifezza tagliata male. Qualcuno potrebbe dire: drogarsi non è un tuo diritto e io ti proibisco di farlo con queste leggi,allora io ti rispondo sei un ipocrita per primo,perchè con queste leggi tu non migliorerai mai questo Belpaese chiamato Italia,i consumi non diminuiranno,anzi aumenteranno,perchè il gusto del proibito attira sempre più giovani e inoltre la mafia continuerà ad incassare elevati introiti grazie al controllo che ha sul mercato della droga. La Cannabis nasce come pianta medicinale e ancora molti la chiamano solo droga,così facendo sfuggono loro stessi alla verità e magari per un'assurda legge proibizionista,non potranno curare un familiare o una persona cara che avrebbe dei benefici evidenti in termini di salute grazie al suo uso terapeuticoLa Cannabis non è dannosa e tossica come alcool,tabacco e psicofarmaci,droghe che ricordiamo sono assolutamente legali e reperibili ovunque. Nonostante ci sono numerose ricerche scientifiche che testimoniano la sua efficacia terapeutica,continua a rimanere illegale ma allo stesso tempo continua ad avere moltissimi sostenitori in ogni parte del mondo. Si stima che solo in Italia ci siano oltre 5 milioni di consumatori ma io credo che siano molti di più,vista l'ipocrisia che c'è in molte classi sociali e politiche. Il proibizionismo è ipocrita ed ignorante e le uniche armi che abbiamo a disposizione sono la conoscenza e l'informazione,attraverso le quali noi arriveremo sempre alla verità e saremo finalmente liberi dal sistema oscurantista di questa società.                                                                                                                
Paolo Arci - Fondatore del M.A.I. (MOVIMENTO ANTIPROIBIZIONISTA ITALIANO)